C. Elisa
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In esito al pubblico dibattimento svoltosi in data odierna in contradditorio dell’imputato e del suo difensore, sentiti i testi ed il P.M. la difesa e l’imputato che per primo ed ultimo ebbe la parola.
In fatto e in diritto
Clerici Mario di Cadorago nel decorso mese di maggio presentava denuncia alla locale questura contro C. Elisa insegnante nelle scuole elementari di detto Comune, accusandola d’averlo, durante il periodo della cosiddetta repubblica, segnalato al Commissario Prefettizio Massina Abramo quale elemento pericoloso e detentore d’armi, provocando l’intervento della Polizia che procedette a perquisizione domiciliare, di avere istigato detto Commissario Prefettizio a farlo arrestare per l’invio in Germania; di avere segnalato, per l’arresto, le madri dei giovani della classe 1925 che si si presentarono alla chiamata; di avere contribuito, con macchinazioni, intrighi e segnalazioni, alla fucilazione dei patrioti Clerici Luigi e Zampiero Elio avvenuta nel cimitero di [ill.] il 20 agosto 1944.
A sostegno della sua denunzia esibiva una dichiarazione datata sedici maggio 1945 rilasciatagli dal predetto Massina, nella quale lo stesso asseriva che fin dai primi tempi in cui assunse la carica di Commissario Prefettizio di Cadorago la C. Elisa lo informò dell’esistenza in paese di elementi sovversivi che avrebbero dovuto essere, secondo lei, eliminati.
Faceva i nomi di Clerici Luigi, di tal Bianchi e di Clerici Mario quali principali elementi sobillatori. E dopo un attentato un attentato alle ferrovie Nord la C. reiterò le sue insistenze perché i predetti fossero tolti di mezzo e di seguito fece pressioni periodicamente rimproverandogli la sua inerzia. Soggiungeva il Massina che la C. insisteva anche perché gli elementi sospetti fossero deportati in Germania, informandolo che il Clerici Mario pernottava a Cascina Rizzardi presso parenti, ma che spesso veniva anche in paese.
Altra dichiarazione il Massina faceva davanti l’Ufficio politico della Questura di Como (f.14) nella quale si legge esser vero che la C. Elisa denunziava a lui tutti gli elementi politici pericolosi per il paese che dovevano essere arrestati e deportati in Germania; che per insistenza della C. egli dovette inviare al Capo della Provincia Scassellati l’elenco dei familiari dei renitenti alla leva residenti nel Comune di Cadorago; che per fu la stessa C. a indicargli dove si trovavano i mobili di proprietà di ebrei sfuggiti da Cadorago, mobili che furono venduti e il denaro adoperato per la costruzione di baracche.
Soggiungeva il Clerici Mario nella denunzia di aver saputo dal nominato Massina che la sua precettazione per l’invio in Germania era avvenuta a seguito di delazione della C. e che per questo egli aveva dovuto allontanarsi dal paese e nascondersi.
Contrariamente poi a quanto affermava la C. di non aver aderito, dopo l’8 settembre, al P.F.R. il Massina rilasciava al C.L.N. di Cadorago apposita dichiarazione nella quale il nome della C. Elisa figurava fra i componenti del P.F.R: di Cadorago.
Altre denunzie contro la Clerici venivano presentate da Calabresi Ezio, Larghi Gerardo, Zucchini Andrea, Clerici Ezio, Salvarezza [ill.], Catelani Nino.
Il Calabresi denunzia che, sfuggito da Cadorago il 25 settembre 1943 perché di razza ebraica, e ritornatovi dopo la liberazione, trovò la sua casa svaligiata e che apprese dal Massina che la C. era stata una delle maggiori istigatrici onde le case di ebrei fossero saccheggiate.
[…]
Costei ha già dichiarato in istruttoria che al dibattimento ha respinto tutti gli addebiti ma la di lei penale colpevolezza è, invece, risultata pienamente comprovata.
Vuolsi considerare che il Massina che aveva in sede di istruttoria sommaria confermato le accuse contro la C., le riaffermò e le sostenne perfino in punto di morte in un confronto colla C. eseguito dal P.M. il 29 agosto 1945 nell’ospedale di Camerlata ove il Massina si trovava come si è detto. In siffatte condizioni le parole di lui acquistarono uno speciale valore morale circa la veridicità di esse che a nessun può sfuggire e non essendovi nessun serio motivo di rancore fra i due la credibilità dell’accusa sempre dal Massina mantenuta deve ritenersi assoluta.
D’altra parte lo spirito fazioso della C. Elisa era noto in tutto il paese, tanto che a seguito di una richiesta eseguita dal direttore didattico Bergamaschini Luigi dalla quale risultò che essa era caduta nella generale disistima, fu sospesa dall’insegnamento.
[…]
Imputata di avere, posteriormente all’8 settembre 1943, commesso in Cadorago, e in Como, mediante collaborazione col tedesco invasore, e aiuto ed assistenza alle autorità nazifasciste, principalmente informato il commissario Prefettizio di Cadorago di tutto ciò che avveniva in paese, il reato previsto dall’art. 5 D.L.L. 27.7.1944 n.159 in relazione all’art. 1 D.L.L. 22.4.45 n.142 e punibile ai sensi dell’art. 58 C.P.M.G.:
- Cooperando a che le segnalazioni del Commissario Prefettizio fossero più frequenti.
- Sollecitando lo stesso Commissario Prefettizio ad essere più intransigente e rigoroso.
- Provocando perquisizioni domiciliari.
- La precettazione per l’invio in Germania di alcuni operai, i quali nascondendosi, come certo Clerici Mario, poterono evitare le deportazioni.
- L’arresto del Patriota Nevio Catelani e di sua moglie e Teresita Catelani che fu detenuto in ostaggio.
- Indicando anche il nascondiglio dove era tenuto il mobilio di varie famiglie israelite, tra cui quella del dott. Calabresi Ezio.
P.Q.M.
Dichiara C. Elisa colpevole del delitto ascrittole e visti gli art. 5 D.L.L. 27.7.1944 n.159; 1 D.L.L. 22.4.1945 n.142; 58 C.P.M.G.; 483, 488, C.P.P. la condanna ad anni dieci di reclusione e al pagamento delle spese processuali
ANNO:
1945
TRIBUNALE:
Corte di Assise Straordinaria di Como
PRESIDENTE:
Bagarello Ettore
TIPOLOGIA DI ACCUSA:
Saccheggio,
ACCUSATI:
VITTIME:
COLLOCAZIONE:
Archivio di Stato di Como, Corte di Assise Straordinaria Como e Lecco, Sentenze 1945, b.1