F. Pietro

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Il F., vecchio fascista e fascista repubblicano del novembre 1943, ricoprì la carica di commissario del P.F.R. in Lorda dal detto mese al giugno 1944, epoca in cui, per l’approssimarsi degli alleati, riparò nel Nord. Ritornando a Firenze nel giugno u.s. fu arrestato per avere in Lorda fatto attiva propaganda a favore del Fascio repubblicano, minacciando i cittadini ritenuti ostili al medesimo, cercato di costringere i giovani ad arruolarsi nei corpi armati della sedicente repubblica, eccitato il maresciallo dei carabinieri del posto alla caccia degli ebrei, dei partigiani e dei prigionieri evasi.

In seguito a sommaria istruzione è stato portato innanzi a questa a Corte per rispondere del delitto in rubrica.

Egli ha ammesso di avere in qualità di fascista repubblicano ricoperto a Lorda quella carica conferitagli dalla Federazione di Firenze, ma ha, negando gli addebiti mossigli, sostenuto che l’ufficio suo erasi limitato all’assistenza degli sfollati, dei sinistrati e dei bisognosi in genere.

A suo carico stanno però i rapporti dell’arma e del Comitato di Liberazione, coi quali lo si accusa di minaccie ai giovani per indurli ad aderire alla sedicente repubblica fascista, di aver con la rivoltella in pugno minacciato tal Fabbroni di morte qualora non avesse smesso di far propaganda contraria al governo della repubblica sociale italiana, di avere perseguitati i renitenti alla chiamata alle armi, decretata dal governo stesso, di aver provocato l’arresto di molti dissidenti, fra i quali l’ingegnere Donato Dufourbert, d’aver infine proceduto a rastrellamenti insieme con  militi della guardia nazionale repubblicana.

La Corte, pur riconoscendo che i denunzianti sono incorsi in qualche esagerazione, ma d’altra parte tenendo conto che non è possibile il ricordo preciso di tutti gli episodi rivelatori di attività collaborazionista e antinazionale e delle circostanze in cui essi si svolsero, ritiene raggiunta la prova a carico del giudicabile.

E’ infatti risultato per deposizione dell’ingegnere Dufourbert che egli costituì in Lorda il fascio repubblicano e vi chiamò più volte la guardia repubblicana comandata dal famigerato Dumini, per procedere a rastrellamenti di renitenti e di prigionieri evasi: è provato per deposizione del Fabbroni Pietro, che lo ha definito violento e prepotente persecutore di renitenti e di partigiani, che egli lo diffidò con la rivoltella in pugno dal far propaganda contro il fascio repubblicano, è altresì provato per deposizione dei tre testimoni Rogai che egli con modi violenti pretendeva di sapere dalla madre di Rogai Angelo ove si trovasse costui, e che era fra i partigiani, e che in quella occasione minacciò di morte tutti i Rogai qualora il giovane non si fosse presentato entro il 25 maggio, giorno, come è noto, stabilito dal sedicente governo repubblicano come ultimo utile per la presentazione dei renitenti: finalmente, pur non essendo stato provato che l’arresto del Dufourbert fosse stato disposto in seguito a delazione di lui, è certo che egli aveva riferito in ordine ai sentimenti di costui. […]

Imputato del delitto di cui agli art. 5 D.L.L. 27 luglio 1944, n.159 e 58 C.P.M. di guerra per avere nel territorio dello stato occupato dal tedesco collaborato con l’invasore, adoperandosi attivamente per la cattura di partigiani d’ebrei e svolgendo attiva propaganda per il P.F.R.

P.Q.M. la Corte dichiara F. Pietro Alessandro colpevole del delitto a lui attribuito. […]

Condanna esso F. a dodici anni di reclusione […]

ANNO:

1945

TRIBUNALE:

Corte di Assise straordinaria di Firenze

PRESIDENTE:

Moscati Francesco

TIPOLOGIA DI ACCUSA:

Altro,

ACCUSATI:

F. Pietro

VITTIME:

COLLOCAZIONE:

Archivio di Stato di Milano, Corte di Assise straordinaria di Milano, sentenze 1945, b