Ischio

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In Fatto e in Diritto

Rimase accertato che in fatto l’Ischio Felice, milite repubblicano il 20 ottobre 1944, trovandosi nel negozio di biciclette di C. Tassoni n. 38, insieme ad un altro milite repubblicano, venne disarmato da tre partigiani colà recatosi come loro luogo di convegno, per il reciproco scambio di notizie. Mentre i tre partigiani, dopo avere compiuto quel fatto, tentavano di allontanarsi con le loro biciclette, l’Ischio slanciò contro di essi e precisamente il Camporese Nanni una bomba a mano uccidendolo.

Rientrato nel negozio con la bicicletta dell’ucciso esclamò: “Ne ho tagliato uno in due e questa bicicletta più nessuno me la tocca…” Il teste Meloni Armando presente nel negozio al momento del fatto, riconobbe con tutta certezza, nella fotografia mostratagli in Questura l’Ischio, perché, oltre ad averlo visto nel negozio, nel momento in cui lanciò la bomba e menò vanto dell’atto compiuto, ebbe ancora ad osservarlo in Questura, dove fu condotto per essere interrogato, all’epoca del fatto.

Inoltre il teste Nata Giovanni, che pure trovavasi nel negozio, ebbe la conferma dall’altro milite che fu l’Ischio a lanciare la bomba che uccise il Camporese e sempre inoltre che l’I. era alle dipendenze del Maselli, il famigerato commissario di P.S. dell’epoca repubblichina.

Infine il nome dell’Ischio, come uccisore del figlio, fu fatto alla madre del Camporese da un partigiano entrato a far parte della Questura come scrivano.

Nei confronti dello stesso imputato rimase inoltre accertato, attraverso la deposizione don Bartoletti Enrico che in Firenze esso denunciò e fece arrestare dalle S.S. tedesche una famiglia ebraica, a nome Ziegler, e s’impossessò degli oggetti appartenenti a detta famiglia e depositato presso l’istituto diretto dal Bartoletti.

Una riprova dello spirito collaborazionista che animava gli atti dell’Ischio si ha nella denunzia alle S.S. tedesche degli appartenenti alla razza ebraica.

Egli pertanto dev’essere ritenuto responsabile del reato ascrittogli con tutte le conseguenze di legge.

Ritiene però la Corte potergli le circostanze attenuanti favorite dall’art. 62 bis C.P. in considerazione della sua giovanissima età all’epoca del fatto, convertendo così la pena di morte, prevista dall’art. 51 C.P.M.G., in anni 24 di reclusione, con la conseguente confisca totale dei suoi beni, per essersi posto volontariamente al servizio del nemico, interdizione perpetua dai pubblici uffici e pagamento delle spese processuali.

In virtù infine del recente decreto di amnistia 22/6/1946 deve dichiararsi condonato un terzo della pena irrogata, riducendovi così la medesima ad anni 16.

Imputato del delitto di cui agli art. 5 D.L.L. 27/7/1944 n.159 e 51 C.P.M.G. per avere, dopo l’8 settembre 1943, compiuto un fatto diretto a favorire le operazioni militari del nemico e favorire lo stesso nei suoi disegni politici, uccidendo, il 20 ottobre 1944, con bombe a mano, il partigiano Camporese Nanni, che depredò della bicicletta e degli oggetti personali e provocando, mediante opera di delazione, la cattura di elementi ebraici, ai danni di alcuni dei quali si impossessò di oggetti di valore.

Per questi motivi

V. gli art. 483, 489 C.P.P. dichiara l’imputato Ischio Felice colpevole del reato ascrittogli, con la concessione delle attenuanti di cui all’art. 62bis C.P. e lo condanna alla pena della reclusione di anni 24 e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, al pagamento delle spese processuali ed alla confisca totale dei suoi beni

V. l’art. 9 del decreto di amnistia 22 giugno 1946 dichiara condonato un terzo della pena predetta riducendo così la medesima ad anni sedici.

ANNO:

1947

TRIBUNALE:

Corte di Assise di Torino. II Sezione speciale

PRESIDENTE:

Cialente Aurelio

TIPOLOGIA DI ACCUSA:

Arresto,

ACCUSATI:

Ischio Felice Faustino

VITTIME:

Lindenbaum Rachele
Plessner Sara
Ziegler Jack
Ziegler Joseph
Ziegler Liliana [Liana]

COLLOCAZIONE:

Archivio di Stato di Torino, Corte di Assise Straordinaria,, fasc. 1947/9.

BIBLIOGRAFIA:

Giuseppe Mayda, Storia della deportazione dall’Italia: 1943-1945, Bollati Boringhieri, Torino, 2002. Susan Zuccotti, Il Vaticano e l’Olocausto in Italia, Paravia Bruno Mondadori, Milano, 2001 Mimmo Franzinelli, Delatori. Spie e confidenti anonimi. L’arma segreta del regime fascista, Mondadori, Milano, 2001 Marta Baiardi, Persecuzioni antiebraiche a Firenze: razzie, arresti, delazioni, in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI. Persecuzione, depredazione, deportazione (1943-1945, vol.I, Saggi, Carocci, Roma, 2007.