S. Pietro

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Fatto e diritto
A seguito di indagini esperite da elementi della [ill.] popolare, trasmessi a questo ufficio dal P.M. veniva iniziato procedimento penale a carico dell’imputato, per il fatto che egli era collaboratore dei tedeschi, con incarico di direttore nel carcere di via Nizza, avrebbe fatto parte a rastrellamenti ed arresti e sequestri a carico di ebrei e partigiani ed avrebbe collaborato nella scelta di ostaggi da giustiziarsi. Dopo la sommaria istruzione nella quale il S. si mantenne latitante, veniva rinviato a giudizio innanzi a questa Corte e non essendo comparo all’odierno dibattimento, si procedeva in [ill.] legittima contumacia.
Osserva che all’udienza, udite le deposizioni giurate dei testi Perchianich, Julian e Slovenich, la Corte trasse il convincimento che il S. fu veramente un collaboratore materiale del soprintendente delle carceri, ove erano detenuti tutti gli elementi partigiani ed antinazisti, che pertanto, avendo contatti diretti col Lazzi dipendevano praticamente da lui. Egli faceva le liste, sempre in esecuzione del maresciallo tedesco, delle persone da deportare in Germania [ill.] di quelle da giustiziarsi. Egli solo si vantava di sapere i nomi dei giustiziati nell’ecidio di via Ghega.
Egli informava talvolta che si preparavano partenze per la Germania e così agio a qualche fortunato di salvarsi, ciò che non riuscì col teste Vecchianich, per quanto avesse pregato il S. di intervenire in suo favore. Egli non si comportava male con alcuni detenuti, almeno quelli [ill.] al teste Slorovich, d’altri si sa invece che dopo la liberazione si recarono a casa sua, domandando di lui alla portinaia Julian e lagnandosi di essere stati maltrattati ed internati in Germania per causa sua. Tutte queste circostanze confermano il convincimento della Corte che il S. abbia giocato una parte di primo piano nei carceri di via Nizza e che avendo avuto la piena fiducia dell’intendente tedesco, sia stato un vero e volenteroso collaborazionista, coadiuvando il suo superiore nell’assecondare i piani politici, malauguratamente fatali per tanti perseguitati, per il solo motivo di essere contrari al tedesco invasore.
Oltre a ciò, vi è un fatto positivo e provato con certezza – cioè l’arresto dell’ebreo Salonicchio, avvenuto nella gioielleria Saviani, che la teste [ill.] Julian vide in mezzo a militari tedeschi ed il Si, assistendo all’arrivo di essi in casa ove è portinaia. L’alloggio del Salonicchio veniva poi requisito ed assegnato al S.. Il S. veniva poi indicato con sicurezza nelle Carceri (teste [ill.]) come colui che aveva preso parte all’arresto del dott. Hahn [?] di razza ebraica.
Nulla di provato vi è in tema di rastrellamenti, cui il S. avrebbe preso parte […].
Ritenuto per tutto ciò provato il fatto a carico dell’imputato, che indubbiamente contiene gli estremi del reato di collaborazionismo sono ascrittigli in rubrica, egli va condannato a congrua pena, che si ritiene giusta nel minimo di anni 10 di reclusione.
Per i suoi precedenti penali incensurati si ritiene di concedergli le attenuanti dell’art. 62 bis C.P. con conseguente riduzione della pena di 1/3. Le spese e le altre sanzioni di legge sono conseguenza della condanna.
 

Imputato del reato prev. Dell’art. 1 n.2 del Proclama n.5 del G.M.A. per la V.G. in relazione dell’art. 58 del C.P.M.G. per avere in Trieste dopo l’8.9.43, prestato servizio presso le S.S. tedesche, rivestendo funzioni direttive nel carcere del Corone, collaborando nella scelta degli ostaggi da giustiziarsi, facendo arrestare e deportare numerose persone tra cui alcune di razza ebraica.
 

P.Q.M.
La Corte visti gli art. 488 par. 29. 290 c.p.
Dichiara S. Pietro colpevole del reato ascrittogli in rubrica e concede le attenuanti generiche di cui all’art. 62bis C.P.
Condanna ad anni 6 (sei) mesi 8 di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, alla libertà vigilato per un tempo non inferiore a 3 anni ed alle spese processuali.
 
 

ANNO:

1946

TRIBUNALE:

Corte straordinaria d'Assise di Trieste

PRESIDENTE:

Nachich Lodovico

TIPOLOGIA DI ACCUSA:

Arresto,

ACCUSATI:

VITTIME:

Hahn Paolo
Salonicchio

COLLOCAZIONE:

Archivio di Stato di Trieste, Corte di Assise Straordinaria, Sentenze 1946, dal n.l al 100